Non mi avete fatto niente

Buonasera a tutti 🥰 
Oggi è un anniversario importante: dieci anni fa infatti, il 13 novembre 2015, gli jihadisti dell'Isis fecero un attentato al Teatro Bataclan di Parigi, durante un concerto degli Eagles of Death Metal, facendo una strage di oltre 130 vittime, tra cui l'italiana Valeria Solesin ed Helene Muyal, la moglie del giornalista francese Antoine Leiris, che rimase vedovo e con un figlio piccolo, Melvil.
Proprio lui, alla luce degli attentati, scrisse una lettera aperta agli attentatori, a cui dice chiaramente: "Non avrete il mio odio".
Fu per lui difficilissimo, ma intendeva veicolare un messaggio di pace, d'altra parte anche Gesù Cristo una volta in croce disse ai suoi assassini: "Padre perdonali, perché non sanno ciò che fanno".
Tre anni dopo, al Festival di Sanremo 2018, Ermal Meta e Fabrizio Moro ne trassero una canzone, Non mi avete fatto niente. 
Diverse volte nelle mie storie ho trattato di protagonisti che non vogliono dare soddisfazione a chi li ha fatti soffrire, in varie epoche e per vari motivi.
Nella saga del Quartiere Anceschi, all'indomani dell'omicidio del giovane Matteo Baschetti e della sua fidanzata Giada Santini, la madre di lui Iolanda Baschetti e il fratello di lei Giovanni Santini - marito della protagonista Laura Martini - non vogliono più spargimenti di sangue perché dalle loro parti già ne è scorso troppo, sebbene poi la vendetta delle famiglie non tarderà da arrivare ad opera dei fratelli Enrico e Manuel Baschetti e di Francesco Santini, fedelissimi del narcotrafficante Italo Bianchi. 
Nella saga di Storia d'amore e di guerra le sorelle Elsa e Marta Filomusi perdono il fratello maggiore Maurizio, morto partigiano a causa di un'imboscata nazista, oltre che i rispettivi grandi amori: Cesare Belmonte, sposo da un anno di Elsa e agente di polizia, è morto per tentare di impedire il rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943; Alberto Cescon, giovane muratore istriano che insegna a Marta a vedere l'arte con occhi nuovi e che perse la vita qualche mese prima, il 19 luglio, durante il bombardamento di San Lorenzo, quartiere dove viveva: la morte lo coglie mentre era a pranzo con la famiglia.
Tuttavia non riescono nemmeno ad odiare l'altro fratello, Claudio, inglobato dal fascismo per assenza di altre prospettive a causa dei fratelli Menotti che di prospettive ne avevano avuto ancora meno, nella San Felice Circeo di fine anni venti e figli della vedova Clotilde che li aveva buttati in braccio al regime.
In A passo di bachata le protagoniste Emilia, Marta e Aurora, dopo aver perso la migliore amica Luna che per amore del medico senza frontiere Simon Vidal era morta di malaria in Africa, e Rico, il fratello maggiore di Marta, passato dagli spinelli alle droghe pesanti durante l'epoca hippie e morto di overdose una sera del 1967: piegate dalla vita, dal dolore e dalle scelte che le hanno rese non sempre felici, tuttavia continuano a resistere, mettendo da parte il rancore anche quando muore dalla voglia di uscire.
Riecheggiano nelle loro vicende le parole di Leiris, di Meta e Moro, e a dieci anni risuonano come un monito, quello di non rispondere all'odio con l'odio: Non mi avete fatto niente. 

Nous sommes toujours Paris 🇨🇵

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